mercoledì 5 maggio 2010

San Giuseppe, il Patriarca di Grisì e la sua festa.


E' ritenuta la festa tradizionale più vicina alla gente di Grisì dopo di quella del Patrono, infatti, SAN GIUSEPPE è considerato il II Patrono di Grisì.

Assieme al SS. SACRO CUORE DI GESU' e alla MADONNA DI POMPEI gli fu dedicato un altare fin dal primo giorno quando nel 1890 fu aperta la nuova chiesa ad oggi l'unica di Grisì..

San Giuseppe ritenuto simbolo della castità è quindi tutore delle ragazze che in tante vi si raccomandavano per trovare marito egli è una delle figure più care alle famiglie, ed è uno dei beati ritenuti più potenti per la concessione delle grazie in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, e dei lavoratori (agricoltori nel caso di Grisì) che da sempre sono i principali promotori della sua festa. E' stato ritenuto dagli abitanti di Grisì il Santo protettore delle famiglie e come tale da sempre nella ricorrenza del 19 Marzo di ogni anno è usanza festeggiarlo con i riti religiosi con la vampata la processione di tutti i cittadini dietro la vara con il santo trasportata a spalle per le vie del paese.

Tradizionalmente veniva acceso un grande falò "A VAMPATA" in ricordo di San Giuseppe che patì il freddo nella grotta di Betlemme; questa veniva accesa nella oggi chiamata Piazzetta San Nicola quando ancora era solo uno spiazzo sterrato e appena arrivatovi con la processione veniva appiccato il fuoco facendo rivivere uno straordinario mondo di serenità con l'auspicio che San Giuseppe, Padre della Provvidenza, apportasse prosperità e abbondanza nei raccolti del nuovo anno.

La carbonella prodotta dalla Combustione dei legni "i Sarmenti"costituiva un vero sollievo poiché poi veniva raccolta per essere utilizzata nei bracieri contro il freddo della stagione ancora rigida in questo periodo dell'anno.

Negli anni trascorsi venne naturale e necessario istituire una congregazione di persone che si prendè l'impegno che tutti gli anni avrebbe trasportato la vara di San Giuseppe e onorato il santo organizzando una festicciola, facendo produrre del pane caratteristico con forme particolari della tradizione che appena benedetto veniva donato alle famiglie. Vennero in seguito apportate alcune novità come l'esplosione di un gioco di artificio durante il percorso della processione subito dopo la vampata, l'affissione di archi ornamentali per le vie del paese, la banda musicale.

Ancora oggi a Grisì si mantiene questa devozione e tradizione tanto che agli originali componenti della congregazione ora in buona parte ultra settantenne si sono uniti nuovi componenti di giovane età per dare spalla all’organizzazione di questo evento e far si che venga tramandato nelle generazioni future cosi da culturalmente marcare ancor più il culto religioso.