A tavola questa volta con una contadina ricetta dove viene usato il finocchietto selvatico "u finocchio sarvaggiu".
Alla genuinità della natura si unisce la semplicità di una ricetta contadina a volte definita povera ma ricca di vitamine come quelle contenute nelle lenticche e nel profumatissimo Finocchetto selvatico "ru Castiddazzu", ru Strasattu, ra Cammuca tutte contrade dell'agro di Grisì.
Marzo, Aprile, Maggio, questi i mesi migliori per trovare i teneri germogli sbucciati dai legni della scorsa stagione che nelle attese giornate di bello si vedono lanciarsi verso l' oramai cielo di colori primaverili, infatti questa pianta riesce a raggiungere anche altezze di quasi due metri.
Ai suoi piedi, nel ceppo, tra la fresca erbetta oramai cresciuta si possono tagliare i nuovi e teneri germogli di finocchetto selvatico che ripulito dai rametti piu esterni si presenta come lo si vede nelle foto riportate.
In questo periodo ogni capo famiglia rientrando dalla faticosa giornata di lavoro tra le vigne non si dispiace di chinarsi ancora una volta per raccogliere questo prodotto naturale (sicuramente incontaminato) che poi verrà usato per preparare almeno una pietanza che abbia come base appunto "u finocchiu sarvaggiu".
Svariate sono oramai le ricette che riportano questa pianta come ingrediente più o meno complicate, Buongiorno Grisì in questo post cercando di risaltare la semplicita della umile e comune vita di Grisì vi dascrive una semplice ricetta come segue:
Pochi gli ingredienti da usare e con dosi a discrezione di chi cucina: Appena in ebollizione l'acqua nella pentola che si userà per la cottura della pasta, vi si buttano, tagliati a pezzetti i rametti più chiari e teneri accompagniati ovviamente anche da quelle che sono le foglie se cosi si possono chiamare visto la loro particolare forma.
Quando ritenuti cotti, ( alcuni bolliscono i finocchetti in un primo momento), non retsa che buttarvi la pasta; il consiglio è quello di usare uno spaghetto rotto a mano in pezzetti di circa 3/4 centimetri preferibilmente pasta di Grano duro di Sicilia .
Nel tempo che la pasta venga cotta si frullano le lenticche che prima erano state cucinate in modo da renderle come una pasta omgenea magari condite con delle carote lesse o anche dei borlotti se si vuole; il sale al palato!
Non resta che attendere la cottura della pasta che dopo aver tolto una parte dell'oramai brodo, magari filtrandolo, così da recuperare il finocchetto selvatico vi si aggiungo le linticche frullate a piacere in modo da rendere ben colorito il piatto che va servito in tavola dopo aver aggiunto un buon flio
d'olio di oliva exstravergine ovviamente proveniente dalle piante coltivate in territorio di Grisì. Ed ecco come si presenta agli occhi dei contadini un bel piatto colmo di Minestra con il finocchetto selvatico di Grisì.
Non c'e' cosa più soddisfacente di aver mangiato almeno due piatti di questa pasta dopo una giornata di lavoro, in ufficio o in macchina o in ditta in campagna pesante o leggera che sia sapendo che i condimenti vengono da una terra come quella che si puo osservare ed apprezzare trovandosi a Grisì.