sabato 20 febbraio 2010

V Secolo.Grisì nella Foresta di Partinico.


La foresta.

Panorama piana di Partinico Golfo di Balestrate e Terrasini

Nel Medioevo  alle spalle di Grisì ( a occidente rispetto a Desisa) vi era una vasta area a sughereti e altre varietà di alberi  chiamata  " u suvararo"  era il Bosco di Partinico!
 Infatti a quell'epoca esso copriva gli attuali territori di Partinico, Trappeto, Balestrate fino ad arrivare ad Alcamo, Camporeale, Grisì, Montelepre, Giardinello.
Si può immagginare guardando l'intera area panoramica della foto sopra riportata, ritraente la piana dei paesi sopra descritti, conpletamente ricoperta di querce di sugheri, lecci, peri selvatici e frassino.
Questa foresta assieme al carnaggio (la cacciaggione), costituivano la ricchezza del Bosco di Partinico e a sua volta dell'Arcivescovado di Monreale in tempi piu recenti (come da beni descritti in un documento del 1524).
Nel 1800 la superfice del bosco era di 2776 salme ed ancora prima nel 1327 si estendeva a 130 kmq circa 5600 salme.
"........ quadam crucem que est in medio vie usque ad vineam presbiteri petr de desisa quam vineam nunc tenet ecclessia montis regalis... et postmodum descendit per eandem serram usque ad falcunarium ubi est quedam via p. quam itur a panhormoad desisam et modicam et postea descendit per eandem viam usque ad flumenjati....."
Ancora prima nel 1182 a conferma dell'esistenza di territi affini a Grisì, si scrive che questa foresta  confina in una collina (kcerrusin o jabal al k'rusìn)  con la divisa "desise" (disisa) e la divisa la "camuca" o la kambuca.
Con il passare delle epoche questa foresta..........
........... veniva sempre più decimata per la legna e man mano la sua superfice subì una conversione coltivandovi la cannamele (canna da zucchero) poi la vite e ulivi nelle aree pianeggianti e collinari.
Nelle alture e coste più scoscese sono  rimaste incolte negli ultimi cento annni  e dove non l'hanno avuta vinta gli incendi perseverano alcune piante.
Oltre alle antiche scritture a Grisì come si vede ci confermano che il bosco arriava fino a noi, nello specifico sul  Monte Campana e c.da Lavatore,
le foto fatte alle diverse piante ancora esistenti qua e la di Sughero, Frassino 
Pero selvatico rafforzate con la testimonianza di anziani che hanno visto i loro nonni estrarre il sughero e la manna da queste piante.
"Particolare di pero selvatico con germoglio"



Qui a fianco si possono osservare alcuni particolari delle quercie presenti sul Monte Campana esse possono essere considerate facenti parte della famiglia delle Quercus suber in siciliano "la sùvara" che sono delle piante da sughero molto produttive e trovano ancora oggi il loro abitat climatico ideale nelle alture dei colli che circondano la nostra Grisì.
Tornando alla foresta oggi il toponimo è rimasto nel ricordo con il nome delle contrade Bosco Falconeria, Bosco d'Alcamo forse perchè proprio in queste aree il bosco ha resistito fino a tempi più recenti.
In pratica le contrade si trovano nell'area della foto seguente che si trova ancora più a occidente dell'immaggine panoramica in alto riportata.
                       "Panoramica Golfo di Castellamare"

fonti storiche: toponomastica e topografia storiche nelle valli del  Belice e dello Jato.

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